Abbiamo trovato il petrolio. Il piano Mattei funziona?
Dopo il Quintino Sella nella stagione monarchica, lo statista Giuseppe Pella nel primo dopoguerra e la oggi desaparecida Lucia Azzolina, è lui il fiore all’occhiello della politica biellese: Gilberto Pichetto Fratin, che da famiglia povera di Veglio Mosso è finito a Roma senatore, poi viceministro col governo Draghi e ora ministro all’Ambiente col governo della Meloni. Opportunista fino in fondo, non ne ha mai sbagliata una, nel solco della sua capacità di galleggiare come un vecchio democristiano. La scelta che lo ha premiato è stata quella di attaccarsi, quasi in origine, al carro del Berlusca dopo le esperienze dentro il Psdi e il Pri della prima Repubblica ed un’idea che non lo convinceva, quella del Centro sinistra. Di esperienza ne ha fatta da vendere nelle stanze di Palazzo Oropa, della Giunta regionale del Piemonte ed ora l’hanno messo a seguire le faccende delicate della transizione ecologica. Nei primi tempi ha avuto qualche difficoltà a prender confidenza col ruolo, poi si è mosso con prudenza stando alla larga da social e televisioni. Ha approvvigionato il gas per il Paese dopo l’invasione russa in Ucraina, ha avviato le Cer, ha garantito l’automotive in Europa, ‘ma – dice Monsù Ramela – a l’ha nen amparà l’Inglèis e ij giornalista aj lo vardo stòrt’. Ma senza di lui nel Biellese non avremmo le strade importanti e gli industriali non avrebbero il sostegno che hanno sempre ricevuto. Parla poco ma – spiega Ramela – ‘a la fin, con ël pian dël Mattei, al podrìa trové ‘l petròlio’.
[r.a.]
Nell’immagine, Il ministro Gilberto Pichetto Fratin trova il petrolio e la premier Giorgia Meloni esulta. A spegnere l’entusiasmo c’è monsù Ramela