Vietti e Corcione

Mancano i collegamenti con Biella, sempre più isolata

Monsù Ramela e Giovanni Vietti condividono una lunga storia di amicizia, che dura da 25 anni, fin da quando Vietti, con energia e determinazione, prese in mano le redini della società Lauretana insieme ad Antonio Pola nella piccola Graglia. Le loro conversazioni animate e i pasti condivisi nella trattoria di monsù Pinarello erano un rituale, un momento di connessione tra persone che condividevano una passione: la loro terra. Fu proprio in quella calda locanda che Giovanni fece un dono speciale al Ramela, di fronte a una ‘minestra’. Sapendo che era un amante dello sci di fondo, gli regalò l’incontro con ‘scricciolo’ o ‘trapulin’, Stefania Belmondo, vincitrice di dieci medaglie olimpiche. Tuttavia, con il passare del tempo, gli incontri si diradarono fino a quando Giovanni non ha assunto la carica di presidente dell’Unione Industriale Biellese. Insieme al direttore Pier Francesco Corcione, nel suo mandato, ha affrontato importanti sfide per il territorio, tra cui la battaglia per migliorare le vie di comunicazione, compreso il desiderato treno diretto per Milano e Torino, un progetto che, nonostante le continue richieste, fin-a ‘ncheu a l’é ‘nco mè ‘n sògn.

[m.p.]

Nell’immagine, Monsù Ramela insieme al presidente Giovanni Vietti e al direttore UIB Pier Francesco Corcione aspettano invano il treno diretto per Biella

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