Campa cavallo se l’orto cresce
Ve lo ricordate il lockdown? Pur di trovare una scusa per uscire di casa, i biellesi si inventarono di tutto: c’era chi andava a fare la spesa otto volte al giorno, chi andava a correre con i mocassini e chi, avendo un pezzo di terra, si cimentava nell’orticoltura. Altro che fiori e piante ornamentali, in tanti iniziarono a coltivare lattughe, rucola, basilico, prezzemolo, pomodori, peperoni, melanzane e altro ancora, al punto che tutti i giornali iniziarono a regalare sementi pur di catturare qualche nuovo lettore. E ci riuscirono! Quel periodo lo ricorda bene monsù Ramela, che ieri al bar, pur di pavoneggiarsi davanti ai suoi amici, si vantava di aver raccolto chili e chili di verdura. Poi, all’improvviso, ha avuto un’idea folgorante. La città continua a somigliare a una giungla: l’erba alta cresce indisturbata sui marciapiedi e nelle aree verdi, restituendo l’immagine di una Biella che fatica a gestire il suo verde pubblico. E allora, cosa fare? «Invece di continuare a lamentarci, utilizziamo i marciapiedi come orto; magari così non dovremo più andare a comprare la verdura ël mercà. Alura, da doman matina, sëmnuma!»
Con la chicca ant ël dialët ëd Bièla tradotta da Andrea Di Stefano – Autore di: «Leĝe e scrive ‘l piemontèis. Gramàtica e antologia dla lengua piemontèisa e dël dialët ëd Bièla»