Tucc ij porton a j’han sò padron

Prefazione

Con «Tucc ij porton a j’han sò padron» ripercorriamo, attraverso le illustrazioni e i testi di Michele e Marziano, i cenni storici dei palazzi e degli edifici cittadini di Biella, dall’età rinascimentale fino ai giorni nostri. Se la scansione cronologica e il taglio a volte critico forniscono una visione completa dello sviluppo storico-urbanistico di Biella, l’itinerario che intraprenderete offre anche la possibilità di rivivere le vicende delle famiglie che hanno costruito la fama della città, come i Ferrero Marchesi della Marmora, i Dal Pozzo della Cisterna, i Gromo Losa di Ternengo e, ancora, gli Avogadro e i Poma, solo per citare i più noti. Ma la vera croce e delizia che abbiamo aggiunto nelle illustrazioni si riassume proprio nel titolo del libro: a ogni edificio abbiamo abbinato un personaggio, che, a nostro avviso, è l’ipotetico padrone. Ne scoprirete delle belle… o almeno, ci contiamo!
Monsù Ramela

Libro IL PORTA ZIZZANIA – settembre 2024

Mentre scrivo questo racconto, mi viene in mente il gioco dell’Oca. Questa è l’immagine che ho di Biella, una città dove ogni casella sembra collocata per caso, ma non lo è. Molti visitatori (sono poi così tanti?) arrivano a Biella, la «Capitale della Lana», solo per un breve tour diurno e poi ripartono.
Ho deciso, quindi, di creare questo breve itinerario disegnato (specialmente per coloro che non hanno tempo di leggere) nella speranza che chi arriva in città non lanci i dadi per aria e abbandoni la partita. Sarebbe davvero un peccato. L’idea mi è venuta dopo aver incontrato, alcuni mesi fa, due svizzeri di Ginevra che, con una cartina in mano, sembravano spaesati appena usciti dalla stazione San Paolo, quel gioiello inaugurato dal Duce nel 1939 e che funziona come un orologio svizzero.
Essendo un rompib…. di professione – non avrei creato la rubrica «Il PortaZizzania» altrimenti – mi sono avvicinato cercando di usare il mio francese da buon cittadino ospitale.
«Vous avez besoin d’informations» ho chiesto. Purtroppo, la sede dell’ufficio turistico, guidata da Clarizio, si trova a tre chilometri dalla stazione, e non sono certo che qui attorno ci sia qualcuno in grado di aiutarvi, ho aggiunto. Smarriti, ma sorridenti, mi hanno chiesto cosa potessero visitare in città. E qui, a smarrirmi tra una casella e l’altra del gioco dell’Oca, sono stato io. Portandomi la mano sul mento e guardando in alto in cerca di ispirazione, ho poi sfoderato tutto il mio sapere. «Direi che potete prendere un taxi», ho suggerito, «il mezzo più veloce a Biella, e farvi portare all’inizio di Piazza Vittorio Veneto, quella famosa piazza risistemata dall’ex assessore Zappalà. Da lì, attraversatela, ma non sostate sulle panchine appena posizionate dal nuovo assessore Franceschini, perché potreste ustionarvi. Percorrete parte di via Italia e, giunti alla chiesa della Santissima Trinità, svoltate a sinistra. Appena varcherete il selciato, vi troverete di fronte al Battistero e al Duomo, i due gioielli che il nostro Vescovo Roberto custodisce meticolosamente. Di fronte troverete Palazzo Oropa, sede da oltre 150 anni del nostro primo cittadino. Se sarete fortunati, potrete incontrare Marzio e Lidia, che si sono appena insediati in Comune al posto del Corradino. Vi consiglio di fare un passaggio in Piazza Martiri, la piassa dël Quintin (tanto il piemontese è simile al francese e capirete cosa sto dicendo…). Lì troverete il Teatro Sociale, che non sarà aperto, visto che il Gaggino è stato fatto fuori e non può più recitare. Inutile andare al Museo del Territorio perché anche quello è momentaneamente chiuso. Appena più in là, salite sulla funicolare (basta ch’a vaga…) e raggiungete il Borgo del Piazzo. Lì potrete visitare Palazzo Cisterna d’la Chiorino, Palazzo La Marmora dij nòss trèj polìtich quanch aj van mangé, Palazzo Ferrero dal Gigi Piana e Palazzo Gromo Losa dla Fondassion anté ‘l Susta al son-a ‘l piano. Quando scendete dalla Costa, fatevi un giro in Biblioteca (Bellardone e Bosazza vi consiglieranno tanti libri da leggere), passate davanti alla Torre Littoria, dove, se siete fortunati, potreste trovare Sandro e Wilmer che litigheranno sulla proposta del Magliola, e poi visitate l’ex ospizio di carità, dove ad aprirvi la porta ci sarà al Ramela. Nen ël monsù, ma ‘l pressident ëd la provincia. Infine, se avete ancora tempo, fate un salto a Cittadellarte dal Pistoletto o all’Uib dal Paolo Barberis Canonico. A un certo punto, i due svizzeri mi interrompono e, in un italiano alla Totò, mi chiedono: «Nou volevon savoir per andare a Oropa come pouvon faire?». Mah, rispondo titubante: «L’unica soluzione è tornare alla stazione. Për andé da tute ij part a venta pijela bèle da lì la coriera, se c’è ancora, e salire a Oropa. Ma fate attenzione, perché lì trovate Macchetto e don Michele che vi toccano il tempo». Contenti, mi salutano e mi ringraziano. Non so se avranno gradito questo itinerario, ma a noi – io, Marzio e Monsù Ramela – disegnarlo e raccontarlo è piaciuto tanto.

Michele Porta – editore

Con la chicca ant ël dialët ëd Bièla tradotta da Andrea Di Stefano – Autore di: «Leĝe e scrive ‘l piemontèis. Gramàtica e antologia dla lengua piemontèisa e dël dialët ëd Bièla»

Il libro è in vendita a 15 euro presso la Libreria Vittorio Giovannacci – Via Italia, 14 – Biella a partire dal 18 settembre 2024 

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