I monumenti storici che resistono da secoli
A Biella esistevano due chiese dedicate a Santo Stefano. La prima, del V° sec., venne demolita nel 1872. E’ stato fortunatamente risparmiato il bellissimo campanile romanico a otto piani. Sulla cuspide, ove ora troneggia la croce – scrive Pietro Torrione ne «Il Biellese, Ambiente-Uomini-Opere», edito nel 1963 dal Centro Studi Biellesi – vi era una ventarola a forma di gallo che fu abbattuta dal fulmine nel 1780.
Alcuni reperti sono conservati presso il Museo del Territorio. La seconda è il Duomo. Iniziato il 3 marzo 1402 da mastro Giovanni Bori, venne dedicato a Santa Maria Maggiore e a Santo Stefano. Anch’esso subì dei rimaneggiamenti nel corso dei secoli. Dopo il prolungamento della chiesa che portò alla distruzione dell’antica facciata, fu aggiunto il portico neo gotico, opera dell’architetto biellese Felice Marandono.
All’interno, pregevole il pulpito ligneo, attribuito agli Auregio, famosi intagliatori biellesi, mentre sono opera dell’Argentero gli stalli dei canonici. Ricco di documenti anteriori al mille l’archivio capitolare.
A sinistra del Duomo troviamo il Battistero. E’ uno dei simboli della città e viene riprodotto in tutti i dépliant che promuovono Biella. Fu eretto nella seconda metà del sec. X sui resti di un sepolcro romano. Chi fosse interessato ad approfondire l’aspetto religioso della nostra storia non può esimersi dal consultare la «Storia della chiesa biellese», di Delmo Lebole. Un’opera monumentale, alla quale il parroco di Benna dedicò tutta la vita. Anche il Battistero rischiò di finire sotto le picconate dei demolitori di monumenti quando venne abbattuto il vecchio Santo Stefano e si pensò di creare un collegamento tra le attuali piazzetta Carlo Rossi e via Italia. A fermare i «barbari» fu Quintino Sella. Nell’800, e oltre, numerosi edifici, non solo religiosi, furono «sacrificati» per aprire una strada o ampliare una piazza.