Piazza Duomo

Qui i biellesi si rifugiavano durante la guerra

A differenza di quanto sostiene un ex assessore, la vera agorà di Biella, dove i residenti si sono ritrovati e continuano a ritrovarsi da secoli, è Piazza Duomo. Dietro questa piazza si erge l’elegante campanile dell’antica chiesa di Santo Stefano, demolita nel 1872, che sorgeva dove oggi si trova la casa parrocchiale. Il campanile, scandito da nove piani ingentiliti da aperture a monofore e bifore, si innalza per oltre 52 metri e presenta a ogni piano una cornice ad archetti pensili, con una snella piramide ottagonale posta sulla sommità tra quattro pinnacoli.
Ma si sa, ogni «politico» che è passato per Palazzo Oropa (e non sono pochi…), spesso nella speranza di ottenere notorietà e fama, ha cercato di lasciare un segno indelebile, realizzando opere che, col tempo, si sono rivelate inutili o inadeguate per la città. Piazza Duomo, invece, è da sette secoli il vero «cuore» di Biella. In quei cinquemila metri quadrati, dove fino a qualche anno fa si trovava l’ultimo dei tre vespasiani della città, durante la Seconda guerra mondiale era presente un rifugio antiaereo, le cui tracce, venute alla luce durante i lavori di rifacimento, sono state successivamente nascoste da un lastricato contemporaneo che ha celato le vestigia. Oggi, a ricordarlo, rimangono alcune fotografie sul web e le pagine dei tanti libri scritti da monsignor Delmo Lebole. Originario di Dorzano, è scomparso nel 2014 all’età di 85 anni. Storico della chiesa biellese, su cui ha pubblicato una ventina di volumi, è stato viceparroco nel quartiere di Biella Piazzo per quattro anni e poi parroco di Benna per 40 anni.
Purtroppo, la storia, ai tempi dei social media e degli annunci roboanti, sembra contare sempre meno.

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