La grande azienda del tessile biellese del Novecento
Concludiamo questo viaggio tra persone notoriamente operose, palazzi ed edifici della città con un simbolo degli anni ‘70: il Lanificio Rivetti. Giuseppe Rivetti, dopo aver lavorato presso i Sella, vide i suoi figli Quinto, Ottavio, Pietro e Giovanni fondare il Lanificio Giuseppe Rivetti e Figli mentre lui era malato. Nel 1872, i Rivetti affittarono l’opificio Cartotto Felice alla Rovella di Mosso, producendo per conto terzi nei primi quattro anni. Avviata la produzione in proprio, affittarono un secondo stabilimento a Pianezze. Tra il 1879 e il 1886, affittarono quattro fabbriche sotto il nome Lanificio Giuseppe Rivetti & Figli, con il più importante stabilimento a Biella.
Nel Novecento, l’azienda divenne Lanificio Rivetti S.A., specializzandosi nella produzione di cascami di rayon. Pietro e Ottavio si occuparono degli stabilimenti di Biella, mentre Quinto e Giovanni si dedicarono a quelli di Pianezze. Nel 1885, i Rivetti concentrarono tutte le attività a Biella. Nel 1891, Pietro si ritirò. Tra le prime aziende biellesi, il Lanificio Rivetti cessò di acquistare lane meccaniche, sostituendole con stracci da sfilacciare in proprio.
Nel 1925 nacque il Gruppo Finanziario Tessile, orientato alla produzione di abbigliamento confezionato. Nel 1950 fu fondata a Firenze la società Lini e Lane, che si trasferì poi a Maratea con il supporto della Cassa del Mezzogiorno. Con l’inizio della crisi industriale nel 1962 e la morte di Oreste Rivetti – influente nella deviazione dell’Autostrada Torino-Milano per favorire i traffici biellesi – l’azienda iniziò a declinare. Nel 1971, cessò la produzione industriale e la storia dei Lanifici. Dal 1952, dopo che gli altri fratelli vendettero le loro azioni per investire in GFT, Oreste rimase l’unico a guidare l’industria di famiglia.