Stadio Pozzo – La Marmora

La Marmora – Pozzo: là dove osano le aquile

A pochi anni dalla fine della guerra i rancori dominavano ancora la vita politica. Con l’apertura di viale Roma si pose il problema delle due aquile collocate, durante il ventennio, nel piazzale della stazione San Paolo. Che farne? Ad Alessandro La Marmora era stato intitolato lo stadio, inaugurato il 17 giugno 1936, in occasione del centenario della fondazione del corpo dei Bersaglieri. L’ingresso principale non era granché e a qualcuno venne in mente di arricchirlo con i compromettenti rapaci.
Non ci sarebbe nulla da eccepire, dissero a sinistra, se non fosse per l’inequivocabile nostalgico richiamo. Dopo settimane di tiramolla tra favorevoli e contrari prevalse il buonsenso. E lì ce le troviamo. Nel 2008, all’impianto fu aggiunto il nome del CT della Nazionale di calcio, il mitico Vittorio Pozzo, originario di Ponderano, dov’è sepolto. Non senza contrasti con l’Associazione Bersaglieri e con l’opinione pubblica che, a stragrande maggioranza, non era disposta a barattare il nome di un protagonista della Storia patria con quello di uno sportivo, sia pure biellese e famoso. Alla fine si giunse a un compromesso, all’italiana, chiamando l’impianto «Campo polisportivo Alessandro La Marmora – Stadio Vittorio Pozzo». Chi scrive era stato incaricato, dall’allora assessore Rinaldo Chiola, di tenere i contatti con il figlio di Pozzo, Alberto, residente a Torino, per il trasferimento a Biella dei cimeli raccolti dal CT durante la sua straordinaria carriera di allenatore e giornalista. Dovevano essere sistemati in un apposito museo, ricavato sotto le tribune. Non se ne fece nulla. Testimone degli anni della Biellese del presidente Ermanno Botto Varionet, quando sfiorò il salto in serie C (spareggio con la Pro Vercelli, al Comunale di Torino, il 6 giugno 1971, deciso alla monetina), il glorioso stadio è rinato grazie alle prodezze della Juventus Women.

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