Frittatona italiana all’europea

Negli scorsi giorni hanno fatto breccia nella vita quotidiana di tutti i cittadini le manifestazioni organizzate dalla Coldiretti sull’intero suolo nazionale, ma che cosa richiedono esattamente gli agricoltori? La rivendicazione principale è sempre la stessa, che si manifesti sotto le porte del Parlamento Europeo o per le vie e piazze d’Italia: una maggiore equità nei confronti dei prodotti agroalimentari europei, “discriminati” rispetto a quelli importati da paesi extra-Ue. «Non rispettano i nostri stessi standard – afferma la Coldiretti a livello nazionale – non possiamo più sopportare questa concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole».
In particolare l’accusa di concorrenza sleale è mossa nei confronti di alcuni Paesi del Mercato Comune dell’America Meridionale, inadempienti sul piano della sostenibilità delle produzioni agroalimentari e incuranti di rischi per l’ambiente, la sicurezza alimentare e lo sfruttamento del lavoro minorile. L’accusa ha trovato riscontro nell’annuncio fatto nei giorni scorsi dalla Commissione Ue, che rimarca come «non siano soddisfatte le condizioni» per raggiungere un accordo commerciale con quei paesi del Mercosur, di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Oltre a ciò Coldiretti richiede maggiori aiuti e rassicurazioni per il futuro dell’agricoltura, nazionale ed europea: «Occorre aumentare gli investimenti in agricoltura garantendo più sostegni ai giovani per il ricambio generazionale – commentano Roberto Guerrini e Luciano Salvadori, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Vercelli e Biella – senza i giovani in agricoltura, l’Europa sarà più fragile e dipendente dai mercati esteri. Va inoltre cancellato l’obbligo imposto dalla Politica agricola comune di lasciare incolto il quattro percento dei terreni destinati ai seminativi: non ha senso impedire agli agricoltori di coltivare quote dei loro terreni, per poi importare prodotti dall’estero. L’Europa – continuano – deve sostenere anche gli accordi di filiera per costruire mercati più equi, con una più giusta distribuzione del valore e più trasparenza per i consumatori».
Per Coldiretti questo è il momento per agire: «Serve un cambio di passo rispetto al recente passato – affermano Guerrini e Salvadori – le politiche ideologiche hanno penalizzato per anni gli agricoltori, mettendo a rischio tante filiere anche nel nostro territorio. L’Europa deve investire nella propria autosufficienza alimentare, riconoscendo il ruolo di presidio dell’ambiente che le imprese agricole svolgono ogni giorno. La nostra battaglia – concludono – continuerà in maniera decisa e puntuale con proposte costruttive per garantire il futuro dell’agricoltura italiana».

[G.J.L.]

Nell’immagine, Il ministro all’agricoltura Francesco Lollobrigida e la presidente della commissione europea Ursula Von der Leyen devono fare i conti con la protesta degli agricoltori, a Biella promossa da Roberto Guerrini e Rosa Cerra (a destra). Alla fine la UE e la premier Meloni cederanno (?)…

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